Ecco un momento di sfogo del Pagliaio durante i suoi anni di studente…
“Immaginate un viaggio-tipo da Pendolare.
Dopo aver combattuto per un sedile, il Pendolare si concede alle consuete attività: piombare in stato catatonico, truccarsi, pettinarsi, leggere il giornale, leggere un libro, parlare al telefono, parlare con i vicini, parlare da solo, studiare, prendere appunti, guardare film su micro-schermo, guardare fuori dal finestrino, dormire, bere vinello in cartoccio, delirare contro il papa il governo gli uccelli migratori la criminalità e si stava meglio quando si stava peggio, ascoltare musica, osservare il prossimo in silenzio bovino e indisporlo, osservare il prossimo con aria supposta sexy (ma più spesso supposta e basta) e indisporlo, disegnare, lavorare, intraprendere attività di gruppo, fare la dichiarazione dei redditi, infilarsi le dita nel naso ed apparecchiare un estemporaneo laboratorio per analizzarne attentamente il contenuto, ascoltare apertamente le discussioni di estranei, intervenire e indisporli, osservare le attività altrui e indisporre per principio.
In questo colorato bestiario, possiamo individuare svariate categorie umane. Gli Scaccolatori sono quella che preferisco. Possono nascondersi sotto le vesti insospettabili di imbellettate signore, fra le righe verticali di uomini d’affari in rigido gessato… gli Scaccolatori sono sfuggenti ed ubiqui, acrobati del gesto inconsulto, artisti del movimento rapace, CSI esperti di occulte scene del crimine. Ora, io mi rendo conto e comprendo che la creatura falciforme che popola i giacimenti auriferi prebronchiali possa talvolta rivelarsi molesta e fastidiosa: ma reclamo pietà per colui che la sorte beffarda pone nel raggio d’azione di questi palombari della deiezione nasale, pietà per colui che deve evitare con felino balzo la proiezione letale della preda, una volta che come gatto sornione lo Scaccolatore l’abbia lanciata incontro al suo destino!
Crudeli sono coloro che dopo la digitale immersione estraggono il prodotto e lo espongono alla luce, saggiandone opalescenza e riflessi come sommelier pretenziosi, poi lo appallottolano per verificare consistenza ed elasticità e infine lo catapultano altrove, con ostentata sufficienza… e voi siete lì, dopo una giornata fecale, a tracciare con il vostro sguardo-radar il percorso dell’oggetto volante ben identificato per poterne calcolare la curva balistica più probabile, e sperare così di evitare l’impatto!
Ma porca zozza, non ci sono abbastanza bombardamenti in questo mondo maialo?!?”