Un’altra pagina di ricordi da pendolare: quando il Pagliaio si scontrò con la cultura ai suoi livelli più hard!

“Ah, superbo stupore che coglie lo sguardo all’epifanico sembiante di una forma ben delineata, della pennellata sapiente, dell’incarnato tornito con pienezza cromatica e disegno vellutato! Ah, supremo sfavillio delle muse dell’estasi, le quali stendono la loro mano benigna sul paesaggio romantico, sull’impressione vibrante, sulla velatura sensuale! Ah, quando il perentorio richiamo dell’arte s’invera nell’arcano della sensazione, quando l’emozione scaturisce dal gesto antico, quando l’amore è thanatos e la tela il loro talamo!

Quella sera, nel mezzo dell’inverno e all’ora di punta, io e i miei amici non immaginavamo certo che avremmo avuto un incontro ravvicinato con l’essenza più recondita dell’atto artistico. Ci trovavamo in piedi, affastellati fra un sedile e l’altro, appollaiati sul cranio di chi aveva avuto la fortuna di adagiare il deretano. Ci collocammo nei pressi di un signore anziano, un tipo molto anonimo. L’uomo era immerso nella lettura di un voluminoso testo sull’arte barocca, un catafalco formato Treccani in confezione bodoniana e ricami dorati. Non proprio una rivistucola da viaggio, ecco. Mentre eravamo lì a riflettere sul potente richiamo della cultura che spinge l’intenditore a recarla seco nonostante il suo gravoso fardello, notammo anche che la suddetta sortiva effetti devastanti, poiché il signore in questione si tergeva con frequenza la fronte, come se cotanta mostra di pittorica maestria lo turbasse sommamente.

Fui lì per commentare ammirata, quando un brutto sobbalzo del treno ci spinse addosso allo studioso che però, immerso nella lettura, non fece una piega. E così, proiettati in un’angolazione favorevole, potemmo scorgere le ragioni di tanta estasi! All’interno del pachidermico volume era celato un minuto quanto birichino libello, un fumetto zeppo di donnine nude, ridotto nelle dimensioni quanto grande… nei contenuti. Notammo con meraviglia che le lascive pulzelle intraprendevano audaci acrobazie sessuali, mentre nei balloons esprimevano tutta la loro verve affabulatrice: era infatti un susseguirsi di “Aaaaahhhhhhh…”, di “Oooohhhhhhhh…” e via a seguire una compilation di vocalizzi, un tripudio di goderecce pose e lubrici assalti all’arma bianca, un annodarsi orgiastico di corpi dalle valenze quasi escheriane.

Altro che barocco.

L’amore per l’arte non ha confini.”

Avventura in treno, con soggetto altamente acculturato

I livelli più hard della cultura

Un pensiero su “I livelli più hard della cultura

  • 27/07/2017 alle 18:11
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    Et donc sans vulgarité tu as fait une belle chute !
    Attention que le Pagliaio ne se précipite pas à la Bibliothèque Nationale à la recherche de beaux manuscrits ! remarque …..
    Quand j aurais lu tous tes fumerolles ..je les relirai

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